martedì 25 marzo 2008

Ti faccio nero! L'immagine dell'Altro

Attraverso quali categorie è filtrata l’immagine dell’Altro nella nostra cultura? Ci riferiamo in questo caso al linguaggio delle immagini, più che a quello delle parole. In altra sede ne avevamo parlato a proposito delle fotografie che privilegiano gli atteggiamenti passivi delle popolazioni africane; a volte anche la posizione, o l'inquadratura prescelta - per esempio dall'alto in basso - rinforzano una certa immagine di dipendenza, ‘visualizzando’ un determinato tipo di rapporto. La stessa scel­ta dei luoghi, di un contesto ambientale piuttosto che di un al­tro, contribuisce all'appiattimento di persone e cose sugli stereotipi più correnti; proprio come categorie verbali quali beduino o vu' cumprà appiattiscono popoli del Sud e im­migrati a figure unidimensionali, senza spessore, esattamente quelle che ti aspetti di vedere. L'immagine dei neri nei media occidentali (sia che stiano lì, nel loro povero mondo, sia che vivano qui, tra noi bianchi), subisce proprio questa riduzione al noto, che poi è una specie di mosaico di pezzi fissati nel nostro immaginario: labbroni, pelle, capelli crespi, sederi sodi e altri attributi esagerati, che sembrano avere la doppia funzione di difenderci dalla diversità, e insieme di riportarla a categorie riconoscibili. (da "L'Antenna e il baobab")